L’efficacia della riabilitazione contro lo stress ossidativo
Il recente articolo Systemic Oxidative Stress in Subacute Stroke Patients Undergoing Rehabilitation Treatment. pubblicato sulla prestigiosa rivista “Antioxidants” analizza i livelli di stress ossidativo (d-ROMs Test) e di potenziale antiossidante (BAP Test) in pazienti post-ictus prima e dopo un trattamento riabilitativo di sei settimane.
Lo studio, condotto da clinici e ricercatori della Fondazione Don Gnocchi, è parte di un progetto di ricerca che ha coinvolto 109 pazienti ricoverati in due centri di riabilitazione, il centro S. Maria della Provvidenza di Roma ed il Polo Specialistico Riabilitativo di S. Angelo dei Lombardi (AV).
La ricerca prevedeva il monitoraggio dei pazienti nel tempo tramite l’analisi di scale di valutazione legate al recupero funzionale, insieme all’analisi di campioni ematici, con l’obiettivo di indagare la relazione tra stato ossidativo e i risultati della riabilitazione.
La riabilitazione sembra coadiuvare l’azione antiossidante dell’organismo
“Quello che è emerso dopo il percorso riabilitativo – spiega Mariacristina Siotto, biochimica e responsabile del Laboratorio di Biomarcatori di Nutrizione e di Riabilitazione, del Centro “S. Maria della Provvidenza” di Roma – è che il livello dei radicali liberi tende comunque a diminuire, anche se i valori non rientrano ancora nella normalità e la riserva antiossidante non risulta sufficiente per contrastarli. Il dato più significativo è però che i pazienti che avevano raggiunto risultati migliori in riabilitazione avevano livelli di radicali liberi più bassi e di antiossidanti più alti. Questo risultato suggerisce che la riabilitazione è efficace non solo dal punto di vista del recupero funzionale, ma svolge anche un ruolo biologico, perché può contribuire all’azione antiossidante dell’organismo”.
Lo studio conferma insomma che una moderata attività fisica è fondamentale nel contrastare lo stress ossidativo.
«Questa ricerca – commenta Irene Aprile, direttrice del Dipartimento di Riabilitazione neuromotoria della Fondazione Don Gnocchi – rappresenta una nuova frontiera nelle indagini sui pazienti che stanno seguendo un percorso riabilitativo. Finora ci siamo spesso concentrati sugli aspetti motori, cognitivi o psicologici per valutare l’efficacia della riabilitazione, ma non ci eravamo mai spinti ad analizzare cosa succede a livello molecolare e biochimico e questo ci apre la strada a una medicina ancora più personalizzata. Ad esempio, abbiamo visto che a livello biochimico ci sono risposte diverse tra maschi e femmine, cosa che ad un’analisi neuromotoria non avevamo mai registrato: davvero qui si aprono ambiti di ricerca mai esplorati fino ad oggi».
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