Ozonoterapia e bilancio ossidativo

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stress ossidativo , Non categorizzato
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Come monitorare i meccanismi biochimici dell’ozonoterapia con i test del Panel Carratelli

L’ossigeno–ozono terapia si fonda sull’utilizzo controllato di una miscela di ossigeno e ozono (O₃) capace di indurre uno stimolo ossidativo transitorio e modulato, secondo un meccanismo di tipo ormetico. A seguito della somministrazione, l’ozono reagisce rapidamente con i componenti plasmatici generando specie ossidanti secondarie biologicamente attive, tra cui perossido di idrogeno (H₂O₂) e idroperossidi lipidici. Queste molecole non agiscono come agenti tossici, ma come secondi messaggeri redox, in grado di attivare pathway intracellulari chiave, in particolare il sistema Nrf2, responsabile dell’induzione degli enzimi antiossidanti endogeni (SOD, catalasi, glutatione perossidasi). L’effetto biologico dell’ozonoterapia è quindi il risultato di un equilibrio dinamico tra stimolo ossidante iniziale e risposta adattativa dell’organismo.

Proprio per questa natura redox-dipendente, l’efficacia e la sicurezza dell’ozonoterapia sono strettamente legate allo stato ossido-riduttivo individuale. Pazienti con differenti livelli basali di stress ossidativo e capacità antiossidante possono rispondere in modo significativamente diverso allo stesso protocollo di somministrazione. Un eccesso di stimolo ossidante o, al contrario, una risposta biologica insufficiente possono compromettere il risultato clinico. Da qui deriva la necessità di un monitoraggio oggettivo e continuo del bilancio ossidativo, inteso come rapporto funzionale tra carico pro-ossidante e difese antiossidanti biologiche, per guidare in modo razionale dosaggi, frequenza e durata del trattamento.

In questo contesto si inserisce il protocollo Diacron per il monitoraggio del bilancio ossidativo, sviluppato sulla base di una profonda conoscenza dei processi biochimici coinvolti nell’ozonoterapia. Il protocollo integra il d-ROMs Test, che quantifica gli idroperossidi circolanti come indice dello stato pro-ossidante, e il BAP Test, che misura la capacità antiossidante biologica del plasma. L’interpretazione combinata di questi parametri consente una valutazione funzionale completa dello stato redox del paziente e permette di personalizzare l’ozonoterapia in modo scientificamente fondato, trasformando il monitoraggio biochimico in uno strumento decisionale clinico. L’approccio Diacron non si limita alla misurazione, ma rappresenta un vero e proprio modello di governo del trattamento, orientato a massimizzare l’efficacia terapeutica e a garantire la sicurezza biologica nel tempo.